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Economia sociale e sviluppo umano 

di Gianluca Viaggi
(AFES - Associazione Finanza Etica e Solidale)


La finanza transnazionale è uno dei poteri forti che determina l'ingiustizia economica mondiale. Priva di qualsiasi regolamentazione, inseguendo la legge perversa del massimo profitto, condiziona i governi e la vita dei cittadini comuni . Gli anni novanta, in particolare, sono stati caratterizzati da una vera e propria rivoluzione in questo campo, per la prima volta il mercato finanziario (la gestione ed il controllo dei flussi finanziari) ha dimostrato di sapersi sviluppare indipendentemente dalla crescita economica reale, dalla produzione di ricchezza e dall'occupazione. Ci stanno facendo credere che il mercato è una sorta di "fenomeno naturale", di forza fisica, e che non si può fare nulla per cambiarlo. Se noi capiamo invece che la globalizzazione è il frutto dell'ideologia del denaro e delle persone che non si fermano davanti a nulla pur di affermare il proprio potere, capiremo anche che, come alcune persone hanno ideato e costruito questo fenomeno, altre possono smontarlo e bloccarlo. Prendere atto di questo significa assumere coscienza che la responsabilità per un uso corretto o scorretto del denaro è anche nostra in quanto, come semplici risparmiatori, siamo noi a fornire la benzina per il funzionamento della macchina delle speculazioni, mete primarie dei mercati finanziari. I cittadini stanno prendendo la consapevolezza che l'economia e la finanza non sono argomenti "tabu'", da lasciare ai tecnici che se ne intendono; è ora di prendere il controllo su questi temi, informarsi, approfondire, c'è bisogno di restituire valore alla democrazia ed a tutti i suoi strumenti, tra cui nuove regole per coniugare l'economia e la finanza a legami sociali, promozione della dignità dell'uomo e del lavoro, rispetto e tutela dell'ambiente. Questo nuovo interesse che i risparmiatori rivolgono alle loro risorse finanziarie ha determinato il sorgere di varie proposte di investimento, cosiddette etiche, trattate oggi da molti operatori finanziari. Grande è il lavoro di sensibilizzazione svolto dal mondo dell'associazionismo, del volontariato e della cooperazione sociale in merito alla divulgazione di nuovi principi sulle conseguenze che possono essere relative alla gestione del risparmio. Per molti operatori finanziari si è aperta una fase nuova, in cui non solo vengono valutati aspetti di rendimento e rischio rispetto ad un investimento proposto, ma anche l'impatto socio-ambientale che scaturisce dagli impieghi effettuati grazie ai nostri depositi, ovvero, chi finanziamo col nostro risparmio. Questi valori, se da un lato hanno determinato le condizioni per la nascita di organismi autogestiti ed a forte partecipazione popolare (MAG, BANCA ETICA, …), dall'altro hanno comportato il diffondersi di linee di prodotti finanziari cosiddetti "eticamente orientati", offerti da parte dei tradizionali soggetti finanziari (banche, società di intermediazione mobiliare, società di gestione risparmio ecc…). E' possibile quindi reperire sul mercato sia prodotti di risparmio studiati da soggetti finanziari eticamente orientati, sia quelli proposti da banche tradizionali, che allo stesso modo vengono definiti etici. Qual' è quindi la peculiarità di ognuno, se questi soggetti si propongono al risparmiatore adottando le stesse terminologie? In che cosa differiscono i prodotti? Il lavoro di ricerca svolto nell'ambito del programma associativo dello scorso anno dell'Associazione Finanza Etica, realtà in cui Mani Tese opera da anni come membro del Consiglio Direttivo, ha cercato, grazie alla pubblicazione del libro "L'EURO SOLIDALE", edito da EMI, di fare chiarezza su questo importante segmento di risparmio, per informare sui valori etici che sono alla base degli investimenti proposti. Per taluni soggetti, risparmio etico è una semplice formula di devoluzione di interessi in beneficenza, privando il risparmiatore di una parte del provento, mentre per altri il frutto di un modello di trasparenza dell'impiego del denaro raccolto, un insieme di valori imperniati sulla responsabilità, sul rispetto e sulla centralità dell'uomo oltre ogni regola finanziaria e di mercato. Possiamo inoltre, volendo tracciare una linea di demarcazione netta, ricondurre il fenomeno della intermediazione finanziaria alla presenza o meno di asimmetria informativa; infatti, mentre chi investe nel risparmio etico proposto dagli Istituti di credito "tradizionali", tranne in rari casi, non conosce chi prende il suo denaro, peculiarità degli organismi finanziari eticamente orientati è quella invece di rendere noto il programma di impieghi tramite appositi strumenti di informazione, fruibili dal risparmiatore. Nel lavoro di ricerca effettuato, per taluni aspetti estenuante viste le difficoltà riscontrate nella raccolta delle documentazioni (tutte le banche tradizionali, al contatto formale tramite lettera, non hanno risposto), si è andati oltre la descrizione dei valori etici dell'investimento, cercando di esprimere giudizi (rating) sui valori che guidano gli impieghi generati dai depositi, solo laddove, chiaramente, possono definirsi tali, e sulla politica di gestione, in cui si dà un giudizio sullo schema con cui funziona l'eticità dell'investimento. Tale valutazione è altresì imputata a ciascun soggetto anche considerando un indicatore emblematico, per pochi dei quali ci sono dati a disposizione: l'entità delle operazioni finanziarie relative alla esportazione di armi. La storia, le idee, e le esperienze che formano il patrimonio della società civile organizzata dimostrano come il sogno di dare un'anima alla finanza, nato un po' in sordina, sia diventato una realtà che si sta consolidando giorno per giorno. E' ormai evidente come la finanza eticamente orientata si possa collocare sullo stesso piano di: economia solidale, commercio equo, impegno per il sud del mondo, rispetto per l natura, militanza nel volontariato e nell'associazionismo, campagne per i diritti civili. In altre parole la gestione del risparmio ed il ricorso al credito rivestono finalmente una valenza positiva per potersi esprimere come lotta alle ingiustizie che separano povertà e ricchezza e sostegno di un progetto finalizzato alla promozione sociale e alla tutela dell'ambiente. Esiste cioè la possibilità di sviluppare sul piano finanziario queste attitudini non con atti di beneficenza, ma con una rete di veri e propri intermediari finanziari, che raccolgono denaro e lo concedono in prestito. Nell'illustrare i punti di forza e gli ambiti ancora in discussione, si è sempre cercato di mantenere una costante metodologica: far risaltare il rigore necessario per un cambiamento lento, progressivo e profondo. L'impegno a promuovere l finanza etica parte dai principi civili di cui essa di fa portatrice. Se non si riesce a cambiare la politica delle banche che sostengono il commercio di armi, si può arrivare alla sensibilità della gente con la trasparenza di chi offre notizie fondate e propone una valida alternativa agli atteggiamenti speculativi. Le informazioni e le proposte, semplici ma efficaci, offrono un servizio accessibile a tutti i risparmiatori responsabili e non solo agli addetti ai lavori; la finanza diventerà così un servizio per tutti. Per giungere a tale obiettivo occorrerà non aver pura di esporsi. Un ruolo sempre giocato da Mani Tese e da tante altre realtà della società civile organizzata.


Link di finanza etica:

www.bancaetica.com
www.etimos@etimos.it
www.citinv.it/equo/mag4
www.finanza-etica.org
www.manitese.it

 

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 foto di Paolo Coizzi Focherini


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